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Newsletter del 07 Luglio 2016

Spese di formazione, deducibili anche i viaggi

Semplificazioni in arrivo anche per i professionisti. Nel decreto correttivo atteso al Consiglio dei ministri della prossima settimana entrano anche una serie di misure per i titolari di reddito di lavoro autonomo, che giocano in anticipo rispetto al «Jobs act degli autonomi» (atto Senato 2233), attualmente all’esame della commissione lavoro di Palazzo Madama. Tra le principali novità c’è una revisione della deducibilità delle spese di formazione, in cui saranno comprese anche i costi sostenuti per i viaggi e i trasporti. Un intervento fortemente caldeggiato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) , che lo aveva inserito nel documento consegnato al viceministro all’Economia, Luigi Casero, durante un incontro sul tema semplificazioni nelle scorse settimane (si veda Il Sole 24 Ore del 12 febbraio).

In quel contesto, la categoria aveva fatto presente come il Ddl sul lavoro autonomo preveda la deducibilità integrale degli oneri relativi alla partecipazione a convegni, congressi e simili entro il limite annuale di 10milaeuro. Tuttavia i commercialisti hanno chiesto di chiarire in tale ambito rientrano sia le spese di aggiornamento che quelle di formazione professionale, nonché le spese di viaggio, vitto e alloggio connesse alla partecipazione agli eventi. Per queste ultime due voci la normativa attualmente in vigore consente una deducibilità limitata al 75% delle stesse e per un importo complessivamente non superiore al 2% dei compensi percepiti.

Lo schema di decreto legislativo sulle semplificazioni punta a fare quindi un passo avanti e a riconoscere anche le spese sostenute dagli autonomi per spostarsi e recarsi alle giornate di formazione, spesso a chilometri di distanza dalla sede in cui hanno lo studio.

Ma, come già anticipato ieri, il Dlgs correttivo contiene un pacchetto nutrito di modifiche anche in materia di notifiche. Si punta infatti a dare una maggiore certezza nelle modalità di consegna degli atti del Fisco, allineando la disciplina già prevista dal decreto riscossione dello scorso autunno (Dlgs 159/2015) per le cartelle di Equitalia. In sostanza, tanto gli avvisi di accertamento quanto gli atti di rettifica catastale viaggeranno attraverso la posta elettronica certificata (Pec). Una novità che interessa (e non poco) i professionisti, anche nella loro veste di difensori dei contribuenti raggiunti da contestazioni dell’amministrazione finanziaria.

Così come diventa rilevante per i professionisti lo sfoltimento delle comunicazioni : il decreto semplificazioni-bis cancellerà, infatti, l’obbligo di trasmettere alle Entrate le operazioni con Paesi a fiscalità di vantaggio (black list) ma anche i beni della società concessi in utilizzo ai soci e i finanziamenti da e verso i soci. Altre novità di rilievo sono costituite dalla cancellazione delle partite Iva inattive da un triennio senza l’applicazione delle sanzioni e dalla moratoria estiva sugli avvisi e le richieste del Fisco, con i termini che inizieranno a ridecorrere da settembre.

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